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Rosario per l’Europa

SUSSIDIO PER LA RECITA DEL ROSARIO IL 6 APRILE

PREMESSA

0ggi è il compleanno di Pier Giorgio: reciteremo il Rosario, uniti ai suoi numerosi amici in varie parti del mondo che pregano con noi  seguendo le stesse meditazioni ,  per realizzare un suo desiderio: “ vorrei che noi giurassimo un patto che non conosce confini terreni,  né limiti temporali: l’unione nella preghiera “

 

      Preghiamo   per l’Europa: per la pace, per la fede dei suoi popoli e per la riscoperta dei valori cristiani che ne stanno alla radice;  perchè i giovani si sentano responsabili della sua costruzione, spronati in questo dall’esempio di Pier Giorgio;  egli aveva „coscienza di condividere la vita ed il destino della Chiesa” (K. Rahner).   Aveva compreso che per la pace occorreva impegnarsi anche al di fuori dei confini della propria patria, sentendo come propria la sorte di altri popoli e di altre nazioni.

 

Ricordiamo la lettera che Pier Giorgio  scrisse agli studenti di Bonn nel gennaio del 1923? „ Non abbiamo la possibilità di mutare la triste situazione, ma sentiamo in noi l’intera forza del nostro amore cristiano che ci affratella oltre i confini  di tutte le nazioni… Cattolici voi e noi dobbiamo portare il soffio di bontà che solo  può nascere dalla  fede di Cristo .

 

Pregheremo per questo bellissimo progetto che é la Comunità Europea.    Papa Francesco invita i cristiani „di avere il coraggio di lavorare per perseguire appieno il sogno dei Padri fondatori di un’Europa unita”;  pregheremo per  recuperare le speranze e le prospettive cristiane che  li animarono.  Per tutte queste intenzioni,  sostenuti da Pier Giorgio, pregheremo  la Madonna, da lui tanto amata, la cui corona risplende nelle 12 stelle  della bandiera europea.

 

 

 

Primo mistero gioioso: l’Annunciazione / frutto del mistero: l’umiltà

 

“La Fede datami nel battesimo mi suggerisce con voce sicura: da te non farai nulla, ma se Dio avrai per centro di ogni tua azione allora sì arriverai fino alla fine”. (a Marco Beltramo, 15 gennaio 1925)

 

Pier Giorgio è rumoroso perché è vivo ha una personalità traboccante. Ma sebbene sia rumoroso, l’umiltà è uno dei segni più caratteristici della sua santità. Gli piaceva dire che “il vero bene deve essere fatto inavvertitamente a poco a poco ogni giorno, familiarmente” (LFC 78). Da quel momento i suoi gesti esterni si colorano di intimità e discrezione. Papa Giovanni Paolo II, durante la beatificazione di Pier Giorgio, lo presenta con queste semplici parole: “Ecco l’uomo interiore! …. Difatti, tutta la sua vita sembra riassumere le parole di Cristo che troviamo nel Vangelo di Giovanni: Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui” (Gv 14, 23). Come non pensare, ascoltando queste parole, a quella che per eccellenza era la dimora del Signore? Maria, che accoglie nel suo seno la parola fatta carne. A Pier Giorgio piace meditare sull’Annunciazione, il primo mistero del rosario, quando la vergine riceve la parola dell’angelo. Questa accoglienza dell’umile serva non è effimera perché ciò che ha avuto la grazia di raccogliere l’ha trasformata internamente. È totalmente disponibile, senza tensione o paura. Diventa il modello dell’uomo interiore. Questo è ciò che vale a Luca queste parole così profonde che meritano di essere meditate a lungo: «Sua madre conservava tutte queste cose in cuor suo». Maria custodisce nella parte più intima della sua vita tutti gli eventi della salvezza. Che cosa capisce? Forse molto poco. Eppure, lei accoglie e trattiene. E così, ancora, che lei porta Dio in lei. Come Maria, Pier Giorgio è pieno di grazie: ha ricevuto grazia su grazia. Tuttavia, è difficile abbandonarsi efficacemente alla grazia, lasciarla fiorire in se stesso. Questo accogliere richiede umiltà e allo stesso tempo aumenta l’umiltà. Pier Giorgio ha l’umiltà di gridare a Dio il suo dolore per le sue deboli abilità: “Ogni giorno che passa più mi convinco quanto è brutto il mondo, quanta miseria vi è e purtroppo la gente buona soffre mentre noi che siamo stati dotati da Dio di molte grazie abbiamo ahimè! malamente corrisposto. Terribile constatazione che mi tormenta il cervello quando io studio ogni tanto mi domando: continuerò io a cercar di seguire la via buona? avrò io la fortuna di perseverare fino in fondo?” (15 gennaio 1925).

L’Europa non può essere costruita senza l’umiltà, la vita interiore e le radici spirituali.

 

Pater- 10 Ave -Gloria

 

Secondo mistero gioioso: la Visitazione / frutto del mistero: la carità fraterna

 

Amici, non è con voi che io dovrei intrattenermi su uno dei problemi più interessanti della nostra vita quotidiana. Voi che appartenete alla Fuci non avete bisogno di sentire ricucinare in meschine parole cose già tante volte sentite. Però, data la gravita dell’argomento, non credo inutile ripetere cose già vecchie. Ognuno di voi sa che base fondamentale della nostra religione è la Carità, senza di cui tutta la nostra religione crollerebbe, (…) la fede cattolica si basa sul vero Amore e non come vorrebbero tanti, per poter tranquillizzare la loro coscienza, dare per base alla Religione di Cristo la violenza. Con la violenza si semina l’odio e si raccolgono poi i frutti nefasti di tale seminagione, con la carità si semina negli uomini la Pace, ma non la pace del mondo, la Vera Pace che solo la Fede di Gesù Cristo ci può dare affratellandoci.” (febbraio 1922)

 

Solo l’amore può costruire la vera pace: questa certezza abita Pier Giorgio. Per lui non è rimandare la domanda ad un progetto utopico o distante, ma si gioca ora. Ecco perché Pier Giorgio insiste: “è importante fare del bene è la cosa principale. Non importa che sia domenica o no? Il prossimo ha bisogno di noi e dobbiamo essere al suo servizio, qualunque sia il giorno”. (LFC 196). Fare del bene per aumentare la pace è servire il Signore che, come un seminatore, diffonde il suo amore sulla terra: l’amore seminato da cui germoglia la pace. Questa pace viene da Dio perché è nutrita dal suo amore, ma si realizza sulla terra: “Il Signore darà i suoi benefici e la nostra terra darà i suoi frutti”.

La pace nel continente europeo non può essere fatta senza la carità. La violenza delle parole può essere più letale della brutalità fisica. La carità, quindi, passa attraverso la parola che esce dal cuore dell’uomo, purificato nell’amore.

Per Pier Giorgio, la carità va ad ogni uomo, indipendentemente dalla sua origine o dalla sua religione: non lasciare mai nell’abbandono nessun essere umano.

 

Pater – 10 Ave – Gloria

 

Terzo mistero gioioso: la Natività / frutto del mistero: lo spirito di povertà

 

noi cattolici dobbiamo andare in mezzo a coloro che soffrono e confortarli, in mezzo ai disgraziati e dir loro una buona parola, perché la religione cattolica è basata sulla carità che non è altro se non il più perfetto Amore. L’apostolo San Paolo dice «la carità di Cristo ci abbisogna» e senza questo fuoco, che a poco a poco deve distruggere la nostra personalità per palpitare solo per i dolori degli altri, noi non saremo cristiani e tanto meno cattolici.” (29 luglio 1923)

 

Pier Giorgio vede in ognuno un essere da amare. E lui non aspetta. Questo è ciò che è disarmante in lui: si dà pienamente, non fa la lista delle molteplici controindicazioni che giustificherebbero la sua inerzia. Pier Giorgio frequenta gli angoli peggiori di Torino: l’Ospedale del Cottolengo è un luogo veramente ripugnante dove coesistono tutte le povertà, dalla decadenza fisica ai disturbi mentali. Eppure, non ha repulsione, ad un amico che gli chiede come supera il suo disgusto di fronte queste case sporche dove lo accolgono i cattivi odori, risponde: “Non dimentichiamo mai che se la casa è sordida è verso Cristo che andiamo. Intorno agli ammalati, intorno agli sfortunati vedo una luce particolare che noi non abbiamo.” Nato da una famiglia ricca, si fa povero. Usa i suoi averi personali per i bisognosi. Ad un amico che gli propone di andare a bere qualcosa, risponde: “Diamo ad un povero quello che spenderemmo per bere e la sete passerà”. (LFC 31)

L’Europa non può essere a due velocità, insieme dobbiamo costruire l’Europa di domani.

 

Pater – 10 Ave – Gloria

 

Quarto mistero gioioso: la presentazione di Gesù bambino nel tempio, frutto del mistero, obbedienza e povertà

Vorrei incamminarmi per la via dritta, ma ad ogni passo inciampo e cado; per ciò io ti esorto a pregare quanto puoi per me affinché giunga nel giorno, che la Divina Provvidenza vorrà, alla fine del faticoso, ma retto sentiero. (20 dicembre 1924).

 

Dio ci invita a percorrere la strada incessantemente, senza mai crederci arrivati: e se possibile, camminare sulla retta via. La retta via non è tanto quella che va dritta al traguardo quanto quella in cui si avanza sempre nella compagnia di colui che ha dato la sua vita per noi, così l’esperienza di Emmaus si rinnova: “mentre discorrevano e discutevano, Gesù si avvicinò e si mise a camminare con loro.” (Lc 24,15).

Non si tratta di una via unica. Pier Giorgio, che ama scalare le montagne, lo sa bene. Esistono diverse vie, alcune dirette e facili, altre pericolose, lunghe, ma a volte più belle. Sono belle per lo scopo che danno da raggiungere, sono belle per il paesaggio che offrono al cuore, ma sono vere e profondamente buone quando sono la scena di un incontro. Quando Pier Giorgio è solo, questo incontro è certamente quello del giovane e del suo Signore. Quando è un gruppo che sta camminando, è un incontro con un fratello o una sorella.

Pier Giorgio deve lottare con le sue passioni e ottiene questa bontà apparentemente naturale solo dopo molte lotte: “In che modo potrà un giovane tenere puro il suo sentiero? Custodendo le tue parole. Con tutto il cuore ti cerco: non farmi deviare dai tuoi precetti” (Sal 118,9-10).

Negando le radici cristiane dell’Europa, dimenticando che i suoi fondatori erano grandi cristiani, stiamo perdendo il nostro orientamento. Dobbiamo trasmettere alle nuove generazioni la nostra cultura, i nostri valori, la nostra fede.

 

Pater – 10 Ave – Gloria

 

Quinto mistero gioioso: il ritrovamento di Gesù Bambino nel tempio, frutto del mistero: la grazia di non perdere mai Gesù e di cercarlo sempre

“Purtroppo ad una ad una le amicizie terrene producono al nostro cuore dolori per l’allontanamento di coloro che amiamo, ma io vorrei che noi giurassimo un patto che non conosce confini terreni né limiti temporali: l’unione nella preghiera” (15 gennaio 1925)

 

L’insistenza sulla preghiera punteggia le lettere di Pier Giorgio come un ritornello: abbiamo bisogno che “la preghiera continui per ottenere da Dio questa grazia senza la quale le nostre forze sono insufficienti” (30 ottobre 1922). Convinto del potere della preghiera per sé e per gli altri, irriga tutta la sua giornata.

Per lui, non si tratta tanto di dire le sue preghiere quanto di prendere tempo per un incontro con il suo Signore, maestro e amico. È in questo che la preghiera è irresistibile per lui, obbligo di amore, dovere di un amico nei confronti di un amico carissimo. Perché per lui, pregare è soprattutto amare.

“Dammi, Signore, un cuore che ascolti” (1 R 3,9). L’orecchio attento di Pier Giorgio lo rende uomo di ascolto, in una disposizione interiore che né inizia né finisce; o meglio, che ricomincia sempre. “Pregate incessantemente, rendete grazie in ogni cosa” (1Te 5,16-17). La preghiera prende corpo nel cuore che ascolta, ecco la prima preghiera che apre tutte le altre.

I cristiani saranno credibili e ascoltati se saranno uomini e donne di preghiera. Potranno cambiare l’Europa solo vivendo questo dialogo con Dio.

 

Primo di cordata, guidami, con Maria, verso le vette fino a nostro Signore Gesù Cristo. “Verso l’Alto!”

 

Pater – 10 Ave – Gloria

 

Questo rosario riprende alcune meditazioni di fr. Charles Desjobert O.P in “Prier 15 jours avec Pier Giorgio Frassati” ed. Nouvelle Cité